28 gennaio ore 17,00

Con “Regni”, l’ultima silloge, uscita per Manni, Daniele Piccini si allinea alla grande tradizione novecentesca, luziana per certi versi, di una parola poetica solenne, figurativa e ritmica. La sua poesia è un susseguirsi di presenze e assenze, di apparizioni e mancanze, in cui il referente, talora, è solo segnalato. Filo conduttore dell’incontro recanatese sarà appunto questo continuo palpitare di presenze a volte non delineate, accennate, che però trovano nella parola poetica un “orizzonte di attesa” , una perlustrazione, un invito all’ascolto.
Il mondo, quindi, non è solo quello segnato dai limiti e dai confini: un altro continuamente preme alle sue porte, si rivela per lampi e per frammenti.
Notevole anche il Piccini che trova nell’amore completamento e finitudine, non senza quella tensione (“se tu ti volterai sarò perduto”) che porta alla memoria il mito di Orfeo.
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